domenica 5 giugno 2011

Eppure mi hai cambiato la vita

Anche se non te lo aspetti, può succedere di tornare a casa una sera e di trovare la cassetta della posta che ti invita a prendere la lettera che sbuca dalla sua apertura. “Un’altra bolletta, è già passato il bimestre?” pensi tra te e te, stanca della lunga giornata che hai avuto. Ma no, niente di tutto ciò. La lettera è una busta su cui non c’è neanche attaccato il francobollo e prima che tu possa pensare “stalker” o “Comune”, la calligrafia che ti si presenta davanti agli occhi ti racconta una storia. Una bambina. A scrivere è una bambina, con i pastelli a cera, intuisci, che tra le tante righe della carta ti racconta di sé. “Mamma dice che tu sei la fatina dei libri e mandi via i mostri la notte”. Parole dopo parole, disegni, faccine e un post scriptum di mamma “ Sei un’ispirazione, grazie fatina”. Ok, sicuramente neanche alla bolletta più alta della storia della privatizzazione del Gas avresti pianto così tanto. Bambina di 6 anni batte bolletta astronomica. Ti siedi sul divano di quella che non sai come, vista l’alta marea oculare, hai raggiunto mentre salivi le scale e che chiamasi casa. E pensi. Che forse si debba avere 6 anni per riuscire ad avere il coraggio di fare cose così? Di dire a una persona che qualcosa che ha fatto è stato d’ispirazione e che ti dato una nuova prospettiva. No. Io non credo. Credo però che si possa scegliere di rischiare: di apparire stupidi, di apparire insensati, di apparire incoscienti. Si può rischiare di mandare delle lettere, di guardarsi senza dirsi niente, di prendere dei pastelli e fare quello che ha fatto quella bambina a soli 6 anni. Rischiare di portare delle arance a un amico ammalato, di fare un regalo che lo riporti bambino, di raccontare di se cose che non diremo a nessuno. Ma a lei, lui, loro sì. Perché …eppure…ci hanno cambiato la vita. E servissero tutti i pastelli a cera del mondo, meritano di saperlo. Perché poi la vita quotidiana è fatta di quella posta fatta di bollette e lettere indirizzate proprio a te e al tuo conto in banca, nere su bianco, nessun colore e tra una e l’altra è bello poter sorridere pensando che quella lettera a pastelli c’è stata e che ha cambiato per sempre il tuo modo di guardare alla cassetta della posta. E di saper salire le scale mentre ti soffi il naso.




Laura Grassi

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