O sconosciuta. Aiutereste mai uno sconosciuto o una sconosciuta? E’ la domanda che mi sono posta nelle ultime frenetiche settimane di slalom tra pedinatori, aspiranti borseggiatori e molestatori.
Ebbene sì, la città è piccola (Lucca) ma non per questo sprovvista degli ultimi modelli dei più sofisticati e tecnologizzati aspiranti stalker. Mi permetto di usare un tono provocatorio sottointendendo un ovvio supporto a tutte le persone che hanno avuto a che fare con questi ceffi. Una di quelle persone purtroppo, sono stata anch’io recentemente. Andiamo per ordine:
Caso 1: “L’addocchiatore al supermercato”. Sappiate che può capitare, facendo una tranquilla spesa al supermercato, tra tovaglioli e dentifrici, di imbattersi in qualche signore il cui scopo del tour sia lungi dall’attenzione all’offerta del mese, quanto nel capire se l’offerta del giorno possiate essere voi. Non importa se cerchiate o meno di nascondervi dietro le casse di acque naturali. Lui, vi troverà e vi sorriderà, senza la parvenza di un acquisto in mano, perché l’unica cosa che vorrebbe in quel momento è anche l’unica che non può comprare: Voi. E qui, si chiede aiuto. Io l’ho chiesto a un ragazzo in coda a una delle casse. “Un uomo mi sta seguendo insistentemente, ti dispiace se parliamo facendo finta di conoscerci?”. E ha funzionato. Anzi, il gentilissimo innocuo ragazzo in questione ha atteso che pagassi alla cassa e mi ha riaccompagnata fino al parcheggio, sotto gli occhi dell’uomo che aveva ormai capito non c’era più niente da fare.
Caso 2: “L’aspirante scippatore”. Sappiate che può capitare anche questa, di tornare da una cena in centro in compagnia di un’amica, ad un orario consono anche a Cenerentola, e che proprio nel mezzo del cammin si avvicini un giovane alle spalle. E può anche succedere che capiti di pensare “Avrà visto la città deserta, vorrà camminare in compagnia” e può succedere anche di sbagliarsi alla grande quando questo ipotizzato timoroso giovine allunghi le sue mani sulla borsa dell’amica che, militare, sappia benissimo come reagire a differenza della sottoscritta pronta a sfoderare un passato da soprano lirico. Esclamazioni e grida a profusione, fuga senza malloppo del giovane e “tutta nostra la città…un deserto che conosco”, non una finestra che si sia aperta, non un lontano passante che si sia avvicinato, non un telefono preso in mano dalle decine di segnalatori di schiamazzi notturni. Niente. Il vuoto. Zero.
Caso 3: “Il pedinatore ferroviario”. Se Calvino fosse stato presente, avrebbe modificato il suo celebre romanzo in “Se una notte di primavera una viaggiatrice”. Firenze-Lucca. Che però andrebbe letta col tono di una “Milano-Palermo” poiché, i treni regionali dopo le 9 di sera tendono notevolmente a spopolarsi e può succedere che da provvidenti viaggiatori solitari decidiate di scende dal vostro vagone fantasma a ogni fermata, risalendo su uno più popolato. Ottima idea, la stessa cosa la fa anche un uomo. Stessa identica. Sedendovi sempre nel sedile retrostante, cercando però di nascondersi e non farsi notare. Escludendo paranoie, le sue intenzioni sono evidenti. Così chiedo supporto a un distinto signore prossimo a scendere alla mia stessa fermata, in quanto temo per la traversata del sottopassaggio in solitaria. Scese le scale del binario, prossimi all’inzio del sottopassaggio il distinto signore mi fa sapere che lui non fa la mia stessa strada e “mi dispiace”. Terrore. Panico. Superpoteri: corsa rapidissima e allontanamento istantaneo dal pedinatore, ovviamente sceso anche lui alla mia stessa fermata.
Dunque. Un aiuto, l’indifferenza, la noncuranza. Mi chiedo. Voi aiutereste mai uno sconosciuto che vi chiede aiuto? Oppure quello che ci raccontano i giornali e notiziari sta facendo improvvisamente diventare quest’Italia unita sotto un velo di noncuranza che si raccontava solo essere tipico della pianta dello stivale?
A voi, la soluzione dei casi…
Laura Grassi
Nessun commento:
Posta un commento