“Tre costole rotte, due denti mancanti e cinque bruciature di sigarette sulle gambe”. Questo il sottotitolo di un viso luminoso di un’ apparentemente splendida donna. “La violenza non è sempre visibile”. Questo, a continuare, lo slogan del manifesto vincitore della campagna stampa realizzata in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, del 25 novembre 2011.
La violenza è qualcosa che non sempre è visibile. Esiste e permea gli Stati tutti, non guarda in faccia al benessere, alla cultura, all’erudizione. Esiste e si cela tra le mura di casa, nei vicoli delle strade, nelle macchine, ma non solo. Esiste e si cela in posti ancor più piccoli. Nella gola di chi non riesce a denunciare, a parlare. Nella mente di chi continua a rivivere la violenza subita, ogni giorno. Negli occhi che guardano basso, perché cosa c’è dopo ancora non riescono ad immaginarlo, sono occhi che guardano sempre indietro. Occhi di una donna su tre, come ci fa sapere l’Istat, che nella sua vita è stata colpita dalla violenza di un uomo. Fisica, psicologica, verbale, fino ad arrivare alla più recentemente riconosciuta “violenza di perseguitazione”: lo stalking, forma ad oggi sempre più diffusa di violenza in quanto tende a perdurare anche a seguito di una denuncia.
“Tre costole rotte, due denti mancanti e cinque bruciature di sigarette sulle gambe”. Questi i danni che non si vedono in volto ma che calpestano il corpo di una donna, oltre ai danni indiretti che le attraversano lo spirito. Sono infatti moltissime le donne, secondo i dati della ricerca “Daphne III: Violenza sulle donne, danno indiretto” che avendo subito violenza, o avendola vissuta in famiglia da bambine, negano a se stesse il desiderio di costruire una coppia orientata alla formazione di una famiglia. E non solo, parlando di violenza, la psicologa Maria Rita Parsi, tratta anche quella che oltre alle donne, sono gli uomini a subire, spesso da donne che sono state loro stesse prime vittime di violenza e che infliggono, nella maggioranza, ai propri figli maschi facendoli diventare la propria arma di riscatto e pretendendo da loro che facciano qualcosa per loro in quanto madri, dal momento che credono che loro stesse non possono fare nulla per se stesse.
Saranno molte e varie le manifestazioni che in questa giornata mondiale contro la violenza sulle donne si terranno in tutto il mondo. Una giornata che potrebbe essere l’occasione per riflettere sul significato di violenza, che subita dalle donne riguarda in realtà ogni essere umano.
Perché non succeda più.
Laura Grassi