"Quando esce un nuovo romanzo di Anne Tyler bisogna lasciar perdere tutto e comprarlo subito. E naturalmente leggerlo." Così sentenzia Nick Hornby, scrittore inglese contemporaneo, conosciuto per romanzi come About a boy e Alta fedeltà.
Ma torniamo a lei, la donna vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa nel 1989 con Lezioni di respiro. Americana, con all'attivo oltre 20 romanzi, la Tyler è una ricamatrice di ritratti familiari di eccezionale talento e di questo ne sono a testimonianza i premi che ha ricevuto. Cosa dicono invece i lettori? Hornby a parte, che ci dice essere la sua scrittrice preferita, chi inizia a leggerla, non può fare altro che cadere nella così detta "Sindrome Tyler". Fase 1: si compra un suo libro, ce lo si fa prestare, lo si prende in biblioteca, poco importa, ma si ha in mano l'oggetto dal quale si dipenderà per i prossimi giorni, oppure ore, per i più ingordi.
Fase 2: lettura. Sospiri. Stupore. Lettura. Sospiri. Risate. Stima. Lettura. Fase 3: si compra un altro suo libro.
Sì, perchè la Tyler crea una dipendenza da parole stampate di quelle ormai rare a trovarsi negli scrittori contemporanei. Riesce in modo sublime a descrivere i personaggi e le relazioni che li legano, tanto da credere che abbia assistito in modo più o meno diretto, a tutte le storie che racconta nei libri per la maestria con cui riesce a raccontarle. Ma non abbiamo modo di saperlo. Lei infatti è tutt'altro che una scrittrice da copertina, da intervistare in ogni dove. Vive a Baltrimora e non ama spostarsi per rilasciare interviste o promuovere i suoi libri. E va bene così. Continua a dare il meglio di se pagina dopo pagina, romanzo dopo romanzo, personaggio dopo personaggio, dando vita a una generazione tsregata dai suoi libri, assorta a leggerli in coda al supermercato o mentre camminano sul lungomare.
Laura Grassi
PS. cercasi disperatamente Lezioni di Respiro,la Fase 1 si avvicina....
Cosa fare, non fare e tutto quel che c'è nel mezzo, qua e là per il mondo
mercoledì 29 settembre 2010
martedì 28 settembre 2010
"Basta un gesto, una frase e finisci dentro un racconto..."
E’ che io sono sempre dall’altra parte. Io sono la scrittrice, io sono quella che si lascia affascinare dalla Musa. I miei colleghi, scrittori, musicisti, artisti lo sanno come funziona. Basta un gesto, un’espressione, una frase e la persona che ti è vicina finisce dentro un racconto, una canzone, un quadro. E se quello che ti ha regalato ti affascina, la fai restare lì con te la Musa. E ti innamori. Di un profumo nell'aria, di un gesto e purtroppo alle volte anche di una persona. E sono amori strani, solo gli artisti capiscono. Sono amori che non muoiono e non nascono mai. Sono amori verso l’ispirazione, che si consumano nella penna, nel colore, nel suono. E poi a un tratto finiscono. Sono passati. Li rivedi e non sono più loro. La Musa li ha lasciati, li vedi solo per quello che sono. E quello che di loro hai raccontato, non è esistito mai se non visto attraverso una lente di ingrandimento propria dell’artista. Si chiama fantasia. Però succede sempre poi che queste Muse passino tra quei fogli, tra quelle note e quelle tele per cercarsi un po’ e provare a vestire i panni delle loro versioni di carta, musica e colore. Alle volte si nascondo lì e alle volte scappano, da quelli che non sono. Alle volte si arrabbiano con chi li ha raccontati diversi e si stupiscono per chi li ha raccontati troppo simili nei loro segreti. Ma quelli non sono mai loro. Sono la traduzione che ne ha fatto l’artista, perché, come amante fedifrago, l’unica a cui deve il suo amore è lei: l’Arte.
Laura Grassi
Laura Grassi
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