Come ogni fine di anno ho aperto la scatola arancione. Quella che contiene i biglietti, ricordi, pensieri sparsi di tutto l'anno. Ho rovesciato tutto sul letto e ho preso un quaderno con le pagine trasparenti, prossimo museo di quei cimeli. La musica è andata subito in loop ascoltando uno dei miei passati migliori amici cantare di quella canzone che tanto condividevo, adesso, a distanza di anni. Loop. Scatola vuota. Letto pieno. Propositi per il 2009. Rido. Si sono avverati quasi tutti... Sembra, che in alcuni casi, l'ambizione non sia peccato ma padrona di casa. Ma è facile sognare quando si ha un foglio bianco davanti. Difficile continuare a farlo quando davanti hai sogni, pronti a scoppiare come bolle e tu a guardarli con un catino in mano, a raccogliere il sapone per farne delle altre quando scoppieranno.
"Se dico guarda tu che cosa vedi...?" canta ancora lui. Dodici biglietti d'aereo, Trenta biglietti di treni. Pochi penso. Londra. Roma. Sarei dovuta restare di più. Se avessi tollerato quella città e quel mal di stomaco. Se non avessi viaggiato solo per quei treni, con la nascosta speranza di non arrivare e non tornare indietro mai.
"Legati le mani", dice un biglietto. Sorrido. Era marzo e le metafore erano la mia colpa, le parole svestite la sua supplica, Claudio Baglioni quella voce che cantava. Abbaglio. Effetti collaterali. Libri.
Penso, in questo viaggio, di aver avuto tante "maghe Circe" che invitandomi a seguirle, si sono fermate con me a metà strada. Quell'esatta metà strada per cui poi io sono andata, che mi ha portato a quella giusta. PNL. LIBRI. Ma il lavoro resta fuori dalla scatola, dal letto e dai pensieri. Il lavoro è raccolto in altri quaderni.
Luglio, sono ricordi lontani, non ne sento più l'odore, li guardo galleggiare tra le pagine, senza voce raccontare di qualcosa, che un quando era importante.
Ecco invece il colore. Dicembre. Un'altra maga. Ma è finito l'anno, è finito il decennio. Come fosse una serie TV. Ironico. Nulla sembra per caso.
Primo foglio della scatola arancione, sul 2010. Chissà, penso io. "Senti, una parola è una parola sola..." canta lui.
Chiudo la scatola. Che sia di pancia, cuore oppure gola. Resta una parola.
Laura Grassi
In Alice Dresses